Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore

Millennials, una generazione a impatto sociale?

I Millennials, una generazione attenta ai consumi e agli investimenti socialmente responsabili. A dirlo, una serie di ricerche internazionali.

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Sono giovani, nati a cavallo tra gli anni ’80 e gli inizi dei ’90, e rappresentano l’ultima generazione del XX secolo. I millennials – noti come generazione Y  – partecipano ai flashmob, aspettano l’happy hour, acquistano low cost. Sono youtuber, fashion blogger e instagrammer. Sono consumatori molto attivi, coprano online, sempre ed ovunque.  Si differenziano dalla Generazione Z, che include i nati dopo il 2000.

Hanno attraversato in lungo e in largo la nascita di internet e sono diventati protagonisti indiscussi della rivoluzione digitale; tuttavia, per quanto felici di vivere un “universo virtuale” ricco di stimoli relazionali e conoscitivi, sembrano davvero consapevoli di far parte di un mondo, quello reale, pieno di rischi, disagi, povertà e problematiche ambientali: dal riscaldamento globale, all’inquinamento atmosferico e all’emergenza rifiuti.

A dirlo, diverse ricerche che mettono in luce un dato confortante: i Millennials, infatti, sembrano avere a cuore la sostenibilità dei prodotti come degli investimenti.

Le ricerche internazionali sulla “Generazione SRI”

Esiste una quantità già piuttosto vasta di studi e ricerche a livello internazionale che sostanzialmente convergono su tale interpretazione. Per citarne alcuni, il Millennial Survey di Deloitte registrava come fra i millennials quasi nove su dieci (87%) ritengano che il successo di un business dovrebbe essere misurato in termini che vanno al di là della pura performance finanziaria: un’attività, quella della misurazione dell’impatto, che è compenetrata in modo strutturale e non accidentale nell’impact investing, più che nei classici investimenti di tipo SRI o ESG.

Secondo un altro studio di Morgan Stanley, i millennials sono interessati agli investimenti SRI in larghissima misura (86%) e sono il doppio più propensi a investire in attività orientate alla responsabilità sociale. Considerazioni analoghe sono espresse anche in una pubblicazione di CFA Institute Research Foundation del 2018.

La sostenibilità: una moda nella moda? Millennials vs. Generazione Z

Secondo la terza edizione dell’Osservatorio PwC Millennials vs Generation Z (2018), presentata nel corso del Milano Fashion Global Summit, i target considerati fanno della qualità uno dei presupposti all’acquisto – con sei persone su 10 che desiderano che i capi e gli accessori acquistati siano di qualità – e preferiscono acquistare prodotti sostenibili (37%) con la volontà (non tutti, ma molti) di spendere di più per comprare un prodotto responsabile.

L’Osservatorio Pwc– basandosi su un campione di 2424 intervistati, di cui il 39% nati tra il 1980 e i 1994 (Millennials) e il 63% nati tra il 1995 e il 2010 (Generation Z) – evidenzia che i più giovani sarebbero più propensi a fronteggiare un cartellino maggiorato per un prodotto responsabile verso l’ambiente e le persone: il 22% degli intervistati della Generazione Z spenderebbe il 5% in più per acquistare accessori sostenibili, mentre il 17% arriverebbe ad aumentare la spesa del 10%. Percentuali simili (21%; 15%) per quanto riguarda l’abbigliamento. Più frenati economicamente i Millennials: “solo” il 12% aggiungerebbe il 10% al prezzo del capo per averlo sostenibile.

Nina Gardner, della Johns Hopkins University spiega: «I giovani hanno un forte interesse verso la tutela del pianeta, sono sensibili alle questioni ambientali. Tra i Millennials le decisioni per investimenti in imprese con obiettivi di sostenibilità sono due volte maggiori rispetto al totale della popolazione complessiva di investitori». Secondo i dati di Morgan Stanley  il 75% dei Millennials ritiene che i loro investimenti possano influire sul cambio climatico, mentre l’84% è convinto che i propri investimenti possono aiutare le persone ad uscire da uno stato di povertà.

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